BCE

Eurogatti

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A Karlsruhe, la Corte Costituzionale tedesca processa la BCE, cioè la legittimità, dal punto di vista del diritto costituzionale tedesco, del bazooka salva-Stati escogitato da Mario Draghi per ricacciare indietro le orde affamate di speculatori che minacciano il precario equilibrio monetario europeo. Da un lato, si parano i deontologisti puri, per i quali la questione è di principio, e non può essere invocato a discolpa del banchiere centrale il fatto che l’arma di cui si è dotato ha ottenuto il risultato di vanificare i tentativi di affossare gli Stati indebitati. Dall’altro, si schierano i consequenzialisti, che si richiamano proprio all’efficacia pratica di quello strumento, e invitano a mettere in secondo piano il “dover essere”. Per la gioia dei professori universitari di etica applicata, la realtà si presenta insomma travestita dei panni di un esemplare dibattito morale. Qualcosa che solo in Germania, paese di Martin Lutero e di Immanuel Kant, si poteva vedere. Ma a guardar bene, questo processo ha qualcosa della stregoneria, come quelli che nel Medioevo si intentavano ai gatti, ritenuti incarnazione di Satana. Qui, il gatto è l’euro, e la virtù è la verginità monetarista della BCE, insidiata dalle arti diaboliche del machiavellico governatore italiano. L’attuale stolidità politica tedesca arriva a questo, da rendere simpatico un banchiere rotto ad ogni marchingegno utile a salvaguardare le compatibilità del capitalismo assoluto, fosse anche l’abolizione delle pensioni, lui che ne gode una di dodici mila euro, anzi, di dodici mila eurogatti satanici al mese.