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Europa, cose semplici

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Nella domenica in cui, come nelle vecchie trame ottocentesche, i creditori si sono presi pure gli orecchini di una Grecia ridotta sul lastrico, sono successe molte cose nel piccolo mondo antico dei giornali italiani. Per esempio, tal David Vincenzetti, venuto all’onor della cronaca per essersi fatto hackerare i dati della sua azienda di hackeraggio di Stato, ha dato del “cattivo ragazzo” a Julian Assange, auspicandone l’arresto, dal momento che pubblicherebbe documenti rubati1. E certo la ricettazione è assai più riprovevole di vendere “sicurezza” a governanti dai modi spicci. Comunque, qualcuno si dovrebbe incaricare di far sapere a Vincenzetti che Assange è di fatto agli arresti da tre anni. Che gli debbono fare, di più, tagliargli la mano, come nello Stato islamico? Poi, non è mancato in prima pagina, con prosieguo a lenzuolo nelle pagine interne, il sempre valente Panebianco che ha auspicato per l’Italia una giurisdizione non più prona alla dominante cultura anti-impresa2. Tradotto, una magistratura che non rompa più i cosiddetti con i suoi decreti di chiusura di aziende inquinanti, di malaffare, et similia. Il Papa e Naomi Klein, dunque, se ne stiano buonini con le loro ubbìe ambientalistiche, perché qui c’è da fare impresa. Cose da grandi. Ora, la magistratura non ha bisogno di essere difesa, anche perché, quando vuole, è feroce, come quando processa con l’imputazione di terrorismo i sabotatori delle escavatrici al lavoro in Val di Susa per la Tav. Ma fa un certo effetto leggere appena dopo questa lenzuolata, una lettera del procuratore Spataro, che richiama i principi costituzionali in base ai quali la magistratura è chiamata a svolgere quell’opera di controllo che tanto disturba Panebianco3. Ma Spataro non li legge i giornali? Allora, che parliamo a fare? Ah, già, la sua lettera era pubblicata sullo stesso numero in cui era apparso l’appello pro-impresa di Panebianco. È l’obiettività, bellezza. Mangiando, ci si sporcano le labbra, e con il tovagliolo ce li si forbisce. Poi, Christian Salmon ci ha deliziato spiegandoci cos’è il neomarketing dello storytelling4, praticamente un logo o brand al cubo, anche qui con buona pace della povera Naomi Klein, che abbaino pure lei e i suoi sempre più sfiatati accoliti. E se uno pensa che migliaia di ragazzi africani rischiano la vita, alla volta dell’Europa in quelle barche fatiscenti, attratti dallo “stile di vita europeo” che comprende di poter comprare uno smartphone che ti racconti una storia, beh, viene da invocare lingue di fuoco apocalittiche che scendendo dal cielo brucino in un sol colpo i cinici e gli stupidi di questa epoca di accecati. L’acme di questa domenica speciale lo si è toccato, però, con Eugenio Scalfari che ha scoperto una cosa che, giustamente, gli sembra impossibile, e cioè che «ci sono anche alcuni personaggi di sinistra che, affascinati da Tsipras, vorrebbero quanto meno ricostruire una sorta di comunismo d’antan che abbia l’Europa come terreno seminativo e si proponga di combattere il capitalismo»5. Ma signori miei, si può essere così sprovveduti da proporsi simili obiettivi, quando invece basta fare una bella federazione, gli Stati Uniti d’Europa, in cui, in quattro e quattr’otto, si mette mano ad una politica di crescita, ovviamente accompagnata da misure di equità sociali, poi si vara un bilancio unico europeo, modificando tutti i trattati che ci sono da modificare, a partire da quello di Lisbona, ricordate?, ci si mette a capo un ministro del Tesoro unico, così Draghi c’ha con chi scambiare due chiacchiere, e poi naturalmente si vara il debito sovrano, che non guasta, e poi l’Unione bancaria europea, la garanzia sui depositi e la vigilanza centralizzata, già per altro in corso d’opera, e infine si chiude con la nuova Costituzione dell’Europa federale, elaborata, indovinate da chi?, ma da un’Assemblea costituente eletta ça va sans dire con il voto proporzionale. Semplice, no? Ahò, mica è complicato come il comunismo!

  1. “Corriere della sera”, 12 luglio, 2015, p. 17 []
  2. “Corriere della sera”, 12 luglio 2015, p. 1 e 24 []
  3. “Corriere della sera, 12 luglio 2015, p. 25 []
  4. “la Repubblica”, 12 luglio 2015, p. 41 []
  5. “la Repubblica”, 12 luglio 2015, p. 25 []